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Palermo, il grido d’allarme di Bellusci: “Siamo soli e abbandonati, stateci vicino”

Il difensore rosanero in un accorato appello al termine della partita mette in evidenza il momento delicato del club, non digerisce i fischi e chiama a raccolta l’ambiente

Chiedo scusa per i modi che ho avuto a fine partita ma non nel pensiero. Non meritavamo i fischi questa sera in una partita che abbiamo giocato per 75 minuti nella loro metà campo e li abbiamo surclassati, se la sblocchiamo possiamo anche vincere 5-0. In questo momento non sappiamo in mano a chi stiamo e al momento mentalmente siamo fragili per le circostanze legate alle condizioni societarie. Non abbiamo garanzie di nessun tipo e ci sono sono mister Stellone e il direttore Foschi che ci stanno proteggendo da tutto e da tutti. Siamo da soli. Credo che dopo una prestazione del genere vanno fatti i complimenti a questa squadra. Ci dovete aiutare perché siamo soli, dobbiamo essere uniti perché altrimenti rischiamo di fare ancora più fatica“.

E’ un fiume in piene il difensore del Palermo in zona mista. Stellone confesserà che negli spogliatoi aveva anche pianto per la situazione in cui si ritrova coinvolto insieme ai suoi compagni di squadra. “Non si può fischiare una squadra in questo momento. Ci potete fischiare a Cremona, dove abbiamo steccato la partita mentalmente, tatticamente e tecnicamente o per i 60 minuti di Salerno, ma oggi non lo tollero. E’ una squadra che ha dato tutto, che ha avuto i crampi, avremo fatto 40 km a giocatore: questo significa cuore e amor proprio, voglia di vincere nonostante non ci sia una garanzia. Bisogna aspettare il 15 per gli stipendi, la gente dice che finché prendiamo gli stipendi possiamo stare tranquilli ma non è così. Il futuro e la prospettiva quali sono? Non mi interessa prendere lo stipendio il 15. Mi chiedo che futuro c’è? Di chi siamo?“.

Giuseppe Bellusci chiede anche aiuto ai tifosi, dicendo chiaramente che non gli sono andati giù i fischi. “Oggi abbiamo dato un segnale del fatto che siamo una squadra vera, che stiamo dalla parte dell’allenatore e del direttore. Abbiamo risposto sul campo. Oggi se l’avessimo sbloccata sarebbe finita 5-0, gli avversari sono stati surclassati per 90 minuti. Mi assumo le responsabilità di tutto quello che dico, se c’è da andare a casa vado a casa ma a testa alta. Io ci metto la faccia e il cuore, se sono un problema vado a casa. Io voglio vincere il campionato, voglio la Serie A che ho perso lo scorso anno e che provano a farmi perdere anche quest’anno. Dobbiamo essere tutti uniti, anche voi giornalisti ci dovete dare una mano. Combattiamo insieme alla gente, dobbiamo essere 40mila per la Serie A“.

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